22 Settembre 2020
Milano, l’immobiliare resiste più che in altre città
Il capoluogo lombardo ha risentito della pandemia meno che altri centri e dopo aver chiuso il 2019, per il quinto anno consecutivo, con tutti gli indicatori del settore immobiliare in crescita (+3,2 il fatturato a 10,7 miliardi; + 5,7% le compravendite, pari a 26 mila unità), prevede un calo delle compravendite contenuto a fine anno.
A dirlo è Mario Breglia del centro studi Scenari Immobiliari che ha organizzato un incontro intitolato Dopo la tempesta. Ma ecco in sintesi le previsioni.
- Le compravendite a Milano dovrebbero ridursi del 15,4% (contro il 23,6% della media nazionale). Si dovrebbero raggiungere le 22 mila abitazioni compravendute.
- Già per il 2021 è atteso il ritorno a ridosso dei livelli dello scorso anno (con la previsione di 25mila compravendite).
- Il segmento delle nuove costruzioni negli ultimi mesi ha già ricominciato a correre addirittura più del 2019.
- Le quotazioni per il prossimo anno sono previste in calo, rispetto ai livelli di fine 2019 (cioè 8.850 euro al metro quadro nelle zone centrali, 5.700 nelle semi centrali e 3.300 in periferia).
- I canoni d’affitto dovrebbero flettere leggermente di più, ampliando la forbice fra zone centrali (1,4%) e soprattutto in periferia (-4,3%).
- Molti negozi nelle strade del lusso non erano redditizi, ma per un marchio globale essere in quelle vie è indispensabile. Forse ci sarà un calo di richieste, ma al momento sembra minore di quanto ci si aspettasse mesi fa.
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